ANTIPODI

March 9th, 2021 by Pabuda

il consiglio                                                        DRAGHI-INTERNAZIONALE - Copia

dei ministri col cilindro

o coi tacchi alti

ha quest’anno, da febbraio,

un grinzoso

presidente nuovo:

con il ghigno.

ciononostante,

o forse proprio grazie

al suo sorrisetto

raro, sottilissimo e storto

piace a tutti:

ai giornali, alle tv, alle radio

e ai telefoni senza fili,

agli allibratori,

ai coccodrilli, agli alligatori,

a quelli per la pastasciutta

e a quelli per la minestra,

agli industriali, e ai borsaioli,

ai colleghi suoi banchieri,

ai più quotati commentatori,

ai bagarini e ai tifosi,

ai bagnini e ai seccatori,

ai bottegai e ai consumatori

ai cavernicoli e agli ultrà-moderni.

qualche giorno fa

un tale – forse un vecchio,

barbuto

e grezzo comunista,

arrochito dal tabacco scuro

e un po’ suonato –

molto acutamente

m’ha fatto notare

quali son state

le quattro parolette

più importanti

del suo discorso d’investitura.

poi ci ho dormito sopra

quasi placidamente

per tre o quattro giorni

e quattro o tre notti

e me le son dimenticate.

ieri, per l’otto marzo,

son tornate a galla

e da tutti i lati l’ho valutate.

prendendole delicatamente

da sotto

– senza stringere,

come fossero state

infreddoliti passerotti –

l’ho ben soppesate.

tra le quattro parolette

importanti,

a sua volta, la più

importante di tutte

deriva dritta dritta

da: «competizione»

vedrete: non invento,

non confondo, non mento:

dritta dritta:

«competizione».

è del tutto evidente:

con questa faccenda

di «garantire

parità di condizioni

competitive»,

se traduciamo bene,

ci troviamo in un attimo

agli antipodi:

quella roba, infatti,

è l’esatto opposto

dell’idea che mi son fatto

d’un’esistenza desiderabile

su questa Terra:

gentile, fraterna

sana, gradevole,

tranquilla e sorridente.

quell’ossessione

per la competizione

è il contrario belligerante,

è la dichiarata negazione

del fitto contenuto storico

di due interi libroni

che sul tavolo da lettura

tengo sempre

per consultazioni frequenti:

riportano, passo passo,

secoli di coraggiosi tentativi

e appassionati esperimenti:

uno s’intitola:

Dell’umana collaborazione,

l’atro:

Sulla socievole cooperazione.

MONTALE: CREATURA MARINA

March 9th, 2021 by Pabuda

Prima che un grande poeta, e forse grande poeta, proprio per questo, Eugenio Montale è un «unicum» biologico. Come tale nessuna fotografia può dare un’idea di lui in quanto le sue caratteristiche, proprio perché uniche, non si prestano all’immagine immediata e in serie data dall’obiettivo. Per fare un ritratto di lui è necessario non soltanto quello strumento essenzialmente umano che è la parola, ma la parte più alta e umanistica di questo strumento, cioè la metafora. Proviamo.                    COVER QUANDO LA FANTASIA BALLAVA IL BOOGIE

Immaginiamo dunque una creatura marina, frutto di mare, ostrica o mollusco, per così dire in forma di uomo: una struttura ossea pressoché inesistente all’interno di un involucro di carne delicatissima, infantile.

Al centro di quest’unica creatura marina possiamo intravedere, quando immaginarie valve si schiudono, due perle di grande luce: l’attenzione-lampo delle due perle attraverso la fessura delle valve è il solo attimo di conoscenza dato a noi, ma, come avviene negli incantesimi, ci sarà dato tuttavia di non dimenticare mai più quel lampo, perché esso è lo sguardo della poesia. Poiché è uomo, non soltanto metafora, guardiamolo ora muoversi e camminare: non si muove come chi ha la sicurezza o crede nella superficie della realtà e, nei mille modi pratici dell’abitudine, la possiede; bensì come uno che non ha alcuna sicurezza della profondità del reale (di ogni sua parte, di ogni suo apparire sulla superficie terrestre) e tale dilemma, tale per così dire «impraticità» o «impoeticità» gli dà grande turbamento, grande paura.

Cammina a passettini brevi, rapidi e incerti, il cuore in gola. Da sempre dai vent’anni è stato così. (…) Se deve sollevare un bicchiere lo fa con tutte e due le mani per paura che il bicchiere gli cada di mano. Non senza civetteria egli si affida dunque ai pratici. Massima virtù pratica egli conferisce alla Gina, sua governante da anni, e su tale alternativa o binomio o dialettica «poiesis-praxis», ovvero Montale-Gina, si regge la sua vita quotidiana.

 

(da: Goffredo Parise, Quando la fantasia ballava il «boogie», Adelphi 2005, pag. 44)

DELLE CITTÀ

March 5th, 2021 by Pabuda

seppur vagamente                                        LA CASA DEL CLOCHARD - Copia

pensavo anch’io, come

il famosissimo scrittore,

a «tutte le certezze che ci dà

il rumore delle città».

leggendolo, lo ringraziavo:

per aver dato loro un nome.

chissà quando,

per scriverne, ci aveva

così precisamente pensato.

controllo meglio,

qualche pagina indietro:

era passato molto tempo

e molto diversa dalla mia

era la città

che l’aveva spinto a farlo.

non aveva nessuna importanza:

importante, tra noi,

in quel momento,

era solo

quella paragonabile esperienza.

non importava neppure, a me,

se lo scrittore magari,

l’aveva scritto, così,

senza pensarci troppo,

buttandola lì.

a distanza di tutto questo tempo,

comunque,

posso dire

ch’ha fatto centro.

CHE LIBERTÀ ERA?

February 24th, 2021 by Pabuda

Era bella, la vita: per i suoi amici, per tutta la gente che non aveva ammonizione. E magari sarebbe stata bella per uno che avesse deciso di passare tutte le sere a casa, in solitudine, in compagnia dei propri pensieri. Ne conosceva tanti che, ad un  COVER Il fuoco nel mare certo punto della loro vita, avevano scelto la più pazza solitudine. Ma a dover starci per forza, in solitudine, la cosa cambiava. La libertà vigilata! Che libertà era? L’occhio del sole si dava il cambio con quello della legge, tramontava il sole e spuntava il carabiniere. E la domenica era anche peggio: a dover lasciare gli amici proprio quando la compagnia cominciava ad animarsi, e correre a casa col rischio di arrivarci insieme ai carabinieri o un momento dopo, chiusa. Era capitato. Non più di tre o quattro volte, ma era capitato: e Calogero aveva avvertito come in questi piccoli incidenti subito si dissolvesse quella gracile trama di reciproca compassione che si era stabilita tra lui e i carabinieri.

E durò così per due anni: né un giorno di più né un giorno di meno.

(1964)

 

(da: Leonardo Sciascia, Il fuoco nel mare, ed. Adelphi 2010, pagg. 97-98)

IL PIANETA TERRA

February 22nd, 2021 by Pabuda

IL PIANETA TERRA

TRUMPET MAN

February 20th, 2021 by Pabuda

TRUMPET MAN

IN TOURNÉE

February 20th, 2021 by Pabuda

IN TOURNEE

LIVE IN GERMANY

February 20th, 2021 by Pabuda

LIVE IN GERMANY

L’ORDINE DEL GENERALE

February 17th, 2021 by Pabuda

«Immaginate, mia graziosa cugina, come passo il mio tempo. Divento cattivo. Mi lambicco giorno e notte sul modo migliore di ammazzar gente che non ho mai veduto e che non mi ha fatto né bene né male… Come sapete, la nostra guerra è far preda nei villaggi e metterli a fuoco, dopo averne graziosamente impiccato gli abitanti: i quali, peraltro, non mancano di ricambiarci di attenzione quando possono… Qui a Gerace, dove ci son bellissime chiese, il generale aveva ordinato ai soldati togliere dalla cattedrale una stupenda colonna (non so poi cosa avesse in mente di farne). Dice: la terza, a destra; e intende dire: contando dal coro. Poiché un generale, voi capite, gli ordini deve sempre darli in modo che possano essere eseguiti esattamente al contrario. I soldati, infatti, contando dalla porta, gli portano una colonna di pietra grigia, così brutta che il generale,  LE CATACOMBE DELLA CATTEDRALE DI GERACE - Copia arrabbiatissimo, ordina sia buttata giù, a fondo valle… la cattedrale è rimasta sconciata. Questa stupida storia, del generale che manda i soldati a rubare una colonna, ci attira l’odio dei villani di Gerace più di quanto non facciano le impiccagioni che veniamo prodigando…».

da: Leonardo Sciascia, Come pensano i vescovi, in Il fuoco nel mare, Racconti dispersi (1947-1975), ed. Adelphi, 2010, pag. 32

L’immagine è tratta dal volume del monsignor canonico Antonio Oppisano intitolato Le Catacombe della Cattedrale di Gerace, ed. Frama, terza edizione

ARD

February 14th, 2021 by Pabuda

ARD