VERSO QUALCOSA – IL LIBRO…

il Pabuda a volte mena vanto della propria costituzionale formidabile pigrizia. Ma dev’essere un vezzo: sotto la crosta dura e apparentemente sconclusionata delle sue giornate, infatti, scorre una vena carsica d’iper-attivismo, dispersivo quanto si vuole ma – per quanto gli stiano in antipatia il termine e l’idea che esso comunemente racchiude – piuttosto “produttivo”.  immagine-di-copertina

La pigrizia insieme a una specie d’allergia per gli aspetti organizzativi dell’esistenza  lo conduce a rimandare, rimandare, rimandare, rimandare (intanto: scrivendo, scrivendo, scrivendo).

Poi, a forza di scrivere, quando meno te lo aspetti, quel che hai scritto, magari dopo aver viaggiato come una scompigliata flotta di barchette di carta impalpabile lungo i rivoli, i canali, i fiumi e i torrentelli di internet, te lo ritrovi nero su bianco sulle pagine di un libro. È capitato così anche a Pabuda. Era preso in un progetto di scrittura molto diverso dalle neuro-poesie raccolte nel volumetto Verso qualcosa, quando si è reso conto che il decennale dell’associazione Todo Cambia* si stava pericolosamente avvicinando. Aveva preso in considerazione e scartato già due dozzine di ipotesi per presentarsi al decimo compleanno di questa chiassosa ma, al tempo stesso, riflessiva associazione con in mano un regalo all’altezza dell’occasione. Improvvisamente, un lampo: le neuro-poesie! Senza che se ne rendesse completamente conto, Paolo Buffoni Damiani (per farla breve: Pabuda) s’è ritrovato col grafico a discutere d’impaginazione e a selezionare il collage più adatto per la copertina tra quelli prodotti e collezionati negli anni. Con qualche provvidenziale dritta tecnica di Edda Pando, il sostegno telepatico di Daniele Barbieri (che ha scritto la prefazione) e l’incoraggiamento empatico di Valeria Tore (alla quale si deve un’irresistibile quanto acuta postfazione).

Ne è venuta fuori una piccola raccolta di trentacinque neuro-poesie più tre storie brevi. Pabuda garantisce: è una dose sufficiente per tenersi alla larga da intossicazioni farmacologiche e tentazioni alcoliche eccessive.

Trentotto piccoli pezzi in cui l’autore cerca sempre di rovesciare le debolezze in occasioni. Ogni pagina è impregnata di musica, che non guasta mai. Al punto che, certe volte, si sarebbe tentati di poggiare l’orecchio sulla carta per ascoltare, invece che leggere come siamo abituati a fare. Ma non è il caso: vi prenderebbero per matti. Leggete come v’hanno insegnato a scuola. Tanto, la musica salta fuori lo stesso.

Per chi fosse interessato: ce n’è ancora qualche copia. O lo si può ristampare in pochi giorni. Per eventuali richieste scrivere a: info@pabuda.net

 

* della quale, insieme a Edda Pando e a una multicolore combriccola di attivisti antirazzisti e sperimentatori interculturali, è stato uno dei principali animatori.

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