Pabuda et les Enfants du Voudou
Pabuda et les Enfants du Voudou è l’ensemble muzikal-letterario dedicato alle neuropoesie di Pabuda.
Dal 2009 creiamo reading rivestendo di suoni la nostra amicizia, raccontando storie poco note, personali e pubbliche, politiche, tenerone, erotiche, a volte bislacche.
Abbiamo un nucleo di fan fedelissimi, riuniti nella pagina facebook:
https://www.facebook.com/pabudaetlesenfantsduvoudou
Presentiamo i nostri nuovi lavori in esclusive performance presso associazioni, locali, house concert…
Come creiamo i nostri brani?
Il processo creativo ruota intorno alle neuropoesie di Pabuda.
Durante i nostri ritrovi voudou si ascoltano i testi in rispettoso silenzio. Poi si sperimentano in tempo reale riff spontanei e intrecci ritmici, preferibilmente dispari.
A volte saltano fuori melodici valzer minori, accattivanti blues in 5/4, giocherecci funky in 9/4. Su tutte le proposte musicali cala il giudizio insindacabile di Pabuda: un’alzata di sopracciglio, un bah, un così così e si rifà tutto da zero! Quello che proponiamo dal vivo quindi, è 100% Pabuda Voudou d.o.c.
Perché Voudou?
Tutto è cominciato subito dopo il terremoto di Haiti del 12 gennaio 2010. All’epoca pensammo e scrivemmo: “Di fronte a certi fatti ci si sente impotenti e inutili. Come di fronte al terremoto che ha colpito Haiti. Ma, per fortuna, gli esseri umani sono un po’ folli e irrealisti. Per questo, sopravvivono, ricostruiscono, resistono. Ci siamo chiesti come potevamo dare una mano alla gente di Haiti, a modo nostro. Abbiamo contattato Association des Universitaires Motivés pour une Haiti de Droits (AUMHD) e abbiamo rovistato nei nostri cassetti mentali e sentimentali. Alla ricerca di suggestioni e storie di matrice haitiana. Il risultato è poesia, musica, e un viaggio nella storia, nello spirito e nel coraggio del popolo di Haiti”.
Successivamente, abbiamo percorso poeticamente e musicalmente altre piste: attraverso le molteplici Americhe o lungo le rotte migratorie che solcano il Mediterraneo, ma anche scrutando i quartieri milanesi e ficcando il naso in qualche prigione e nei letti degli amanti, persino in certi modernissimi uffici, in superstiti fabbriche e osterie.
Recensioni
Clicca qui per leggere la bella recensione dell’amico Mark Adin: “Il guaritore Pabuda”.
Ascolta alcuni dei nostri brani
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