CHE LIBERTÀ ERA?

Era bella, la vita: per i suoi amici, per tutta la gente che non aveva ammonizione. E magari sarebbe stata bella per uno che avesse deciso di passare tutte le sere a casa, in solitudine, in compagnia dei propri pensieri. Ne conosceva tanti che, ad un  COVER Il fuoco nel mare certo punto della loro vita, avevano scelto la più pazza solitudine. Ma a dover starci per forza, in solitudine, la cosa cambiava. La libertà vigilata! Che libertà era? L’occhio del sole si dava il cambio con quello della legge, tramontava il sole e spuntava il carabiniere. E la domenica era anche peggio: a dover lasciare gli amici proprio quando la compagnia cominciava ad animarsi, e correre a casa col rischio di arrivarci insieme ai carabinieri o un momento dopo, chiusa. Era capitato. Non più di tre o quattro volte, ma era capitato: e Calogero aveva avvertito come in questi piccoli incidenti subito si dissolvesse quella gracile trama di reciproca compassione che si era stabilita tra lui e i carabinieri.

E durò così per due anni: né un giorno di più né un giorno di meno.

(1964)

 

(da: Leonardo Sciascia, Il fuoco nel mare, ed. Adelphi 2010, pagg. 97-98)

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