PER POCO

stamattina, per poco,
non mi perdo la fermata    g-come-linea-gialla-g_material_zur_elementaren_gestaltung_3_jun_1924-per-per-poco
per il cambio di linea
colla coincidenza
perfettamente cronometrata
(in modo da giungere,
senza correre, a destino
coll’anticipo tranquillizzante
di 20 minuti buoni
e tutto il tempo per
un caffettino):
mi stavo perdendo
nel sonno della tipa
che mi sedeva di fronte:
una giovane signora
proletaria & graziosa –
una che lavora, lavora,
lavora e mai riposa –
perfettamente immersa
nella sua stanchezza
tramutata
in un sonno bellissimo:
roba sua personale,
forse senza sogni,
ma esposta
con tranquilla noncuranza
in pubblico:
costellata di tutti
i piccoli e comuni tic del sonno,
le smorfie di piacere
appena accennate,
i sospiri e gli sbadigli,
i minuscoli movimenti –
intuibili dietro le palpebre –
degli occhi,
e di gambe e braccia
gli stiracchiamenti:
non sapevo se soltanto invidiarla
o, più arditamente, imitarla.
all’improvviso,
una voce pre-registrata
(proveniente
dall’animuccia mia bella?
o dall’alto dei cieli?
dal mio scrupoloso subconscio?
o dalle viscere buie della metropoli?)
ha risolto per me il dilemma,
annunciando:
“fuori dalle palle, amico!
scendere, scendere!
correre subito
a prendere il treno
sulla linea gialla!”.

(Per l’illustrazione il Pabuda ha scelto la copertina della rivista tedesca G Material Zur Elementaren Gestaltung, del 3 Giugno 1924. Inutile stargli a chiedere spiegazioni…)

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