LA DEDICA

A mia moglie Eva klemperer       victor e eva nel 1940

 

Già vent’anni fa, cara Eva, nel dedicarti una raccolta di saggi ti scrissi che nel nostro caso non si poteva parlare di una dedica nel senso che comunemente si dà a questo termine, cioè di dono: i miei libri sono anche tuoi perché frutto di un comune patrimonio di idee. E questo è stato vero fino a oggi.

Ma stavolta le cose sono un po’ diverse rispetto a tutte le altre mie pubblicazioni precedenti: stavolta ho ancora molto meno ragione di rivolgerti una dedica e sono incomparabilmente molto più obbligato nei tuoi confronti che non allora, quando, in tempo di pace, ci occupavamo di filologia. Infatti, senza di te oggi non esisterebbe questo libro, né, già da molto tempo, il suo autore.

Se volessi spiegarti tutto questo nei particolari mi ci vorrebbero molte, e intime, pagine; leggi, al posto di queste, le riflessioni di carattere generale che da filologo e pedagogo ho premesso alle mie annotazioni. Tu sai bene, e quanti non sanno dovranno intuirlo, a chi penso quando a chi mi ascolta parlo di eroismo.

Dresda, Natale 1946

VICTOR KLEMPERER

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(da: Victor Klemperer, LTI La lingua del Terzo Reich – taccuino di un filologo, Giuntina 2017 quinta edizione, pag. 13)

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