FU PROPRIO A MEMPHIS

Memphis maturò da mercato a metà strada a grande metropoli. Saloon e tende-bordello, una volta inzuppati dal sudore dei marinai ubriachi ed eliminati il fetore di tanfo acido di suini, melma, liquame e schiavi, è oggi meglio conosciuta per Graceland e i Grizzlies più che per Beale Street e il blues. La sua sudicia fondazione come quartier generale per puttane ed esseri umani venduti al miglior offerente fu oscurata dalla magia della fusione musicale. La Sun Records si considerava la miccia che aveva acceso gli anni Cinquanta con Elvis e il rock’n’roll. Con Carla e Rufus Thomas e Otis Reading, la Stax Records portò il blues in classifica con ritornelli, fiati e un beat solido che si sviluppò con Al Green e Willie Mitchell. Memphis significò musica. E fu proprio a Memphis sul balcone di un motel, che il Dottor Martin Luther King Jr. fu ucciso il 4 aprile del 1968. Quell’assassinio è uno dei nostri punti di partenza.    HOTTER THAN JULY COVER

Stevie Wonder Non se n’era dimenticato.

nel 1980 Steve si unì ai membri del Black Caucus del Congresso degli Stati Uniti per tenere un discorso sulla necessità di onorare il giorno in cui era nato il Dottor King, di far diventare il giorno del suo compleanno una festa nazionale.

La campagna cominciò per davvero il giorno di Halloween del 1980 a Houston, in Texas, con il tour nazionale di Stevie a sostegno del nuovo LP intitolato Hotter Than July, in cui era inclusa Happy Birthday, la canzone che sollecitava una festa per il Dottor King. Io arrivai a Houston nel primo pomeriggio per partecipare al tour come supporter. Ero stato invitato per le prime otto serate, ed ero contento di essere lì, per rivedere Stevie e quel matto di suo fratello Calvin.

(da: Gil Scott-Heron, L’ultima vacanza – A memoir, ed. LiberAria, trad. di Daniela Liucci, pag. 25)

Happy Birthday si può ascoltare qui: https://www.youtube.com/watch?v=inS9gAgSENE

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