AVVERTENZA SUL PRIMO MOVIMENTO

La storia del primo movimento operaio italiano è sconosciuta o quasi, eppure di superlativo interesse:

la vivacissima lotta di tendenze che in esso si manifestò fin dal principio, tendenze che ancor oggi sotto altro nome si contendono un terreno ben altrimenti più vasto in tutti i paesi civili di Europa, vale non solamente ad attestarcene la complessità e la ricchezza di motivi e di sviluppi (quali non poteva non    rosselli_nello_ritrattopresentare un movimento che informò poi largamente di sé la vita della nazione) ma anche ad avvicinarlo a noi, a ravvivarlo quasi si trattasse di vicende attuali, che coinvolgono i nostri interessi e attirano quindi la nostra intensa attenzione.

Molti scrittori mi hanno preceduto nella piacevole fatica di narrar per disteso le fasi di quel movimento, inquadrandolo nell’ambiente morale e politico del tempo; ma o si sono limitati ad ammucchiare alla rinfusa e senza discernimento l’abbondante materiale o, ed è questo il caso più generale e dal punto di vista storico più deplorevole, si sono avvicinati al tema con spirito partigiano; v’è chi si è limitato allo studio del movimento operaio mazziniano, mantenendo uno sdegnoso quanto stupido riserbo sul contemporaneo movimento internazionalista; v’è chi ha fatto precisamente l’opposto. Tutti comunque hanno compiuto opera meritoria raccogliendo, ciascuno nel proprio campo, una ricca

messe di notizie: io ho pensato di abbattere i confini piantati fra un campo e l’altro, aiutando così il lettore ad abbracciarli con una sola occhiata. Strano a dirsi, vicende così vicine a noi sono tuttora avvolte in un fitto velo d’incertezza quale forse non avvolge avvenimenti di qualche secolo addietro; gli è che gran parte del materiale, che avrebbe valso ad illuminarle, è non so se disperso o distrutto, certo non rintracciabile.

Per parte mia non ho davvero esaurito il materiale conservato e consultabile; ma, giunto a questo punto delle mie ricerche, mi è parso di poter già dire qualcosa di non detto e interessante.

Mia cura costante è stata quella di mantenere, in un argomento così gravemente compromesso dalle deformazioni partigiane, dalle frasi fatte, dalle facili generalizzazioni e dai giudizi alla brava, una rigida obiettività, alla quale ho forse qua e là sacrificato un po’ della vivezza del racconto. Ma non so pentirmene.

(da Nello Rosselli, Avvertenza in Mazzini e Bakunin: dodici anni di movimento operaio in Italia (1860-1872), Einaudi 1982, pagg. 8-9)

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