ANNUNCIAZIONE

Non tormentarti, donna, della mia forma selvaggia:        PRIMO LEVI IN DISEGNO
vengo di molto lontano, in volo precipitoso;
forse i turbini m’hanno scompigliato le piume.
Sono un angelo, sì, non un uccello da preda;
un angelo, ma non quello delle vostre pitture,
disceso in altro tempo a promettere un altro Signore.
vengo a portarti novella, ma aspetta, che mi si plachi
l’ansimare del petto, il ribrezzo del vuoto e del buio.
dorme dentro di te chi reciderà molti sonni;
è ancora informe, ma presto ne vezzeggerai le membra.
avrà virtù di parola ed occhi di fascinatore,
predicherà l’abominio, sarà creduto da tutti.
lo seguiranno a schiere baciando le sue orme,
giubilanti e feroci, cantando e sanguinando.
porterà la menzogna nei più lontani confini,
evangelizzerà con la bestemmia e la forca.
dominerà nel terrore, sospetterà veleni
nell’acqua delle sorgenti, nell’aria degli altipiani,
vedrà l’insidia negli occhi chiari dei nuovi nati.
morrà non sazio di strage, lasciando semenza d’odio.
È questo il germe che cresce in te. Rallegrati, donna.

(22 giugno 1979)

(da: Primo Levi, Ad ora incerta, Garzanti 1984, pag. 42)

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