AMERICANI CHI? COME?

Sin dalle origini dello stato nazionale, i bianchi americani hanno sofferto di una profonda incertezza interiore relativa a chi veramente fossero. Uno dei sistemi cui ricorsero per RALPH ELLISON 01semplificare la risposta fu quello di far riferimento alla presenza dei neri e di usarli come un tratto distintivo, il simbolo di un limite, la metafora per l’altro, l’outsider. Molti bianchi potevano guardare alla posizione sociale dei neri e rendersi conto che il colore della pelle costituiva un criterio facile e sicuro per determinare in che misura un individuo fosse o non fosse americano. Forse per questo il primo epiteto che molti immigrati europei impararono appena scesi a terra fu “negro” – la cosa li faceva sentire immediatamente americani. Ma è una magia ingannevole. Al di là delle differenze razziali e del diverso status sociale, qualcosa di incontestabilmente americano nei neri non soltanto sollevava dubbi sul sistema di valori dell’uomo bianco ma faceva anche sorgere l’inquietante sospetto che, qualunque cosa fosse il vero americano, era anche in qualche modo nero.
(Ralph Ellison, What America would be like without blacks, 1970; cit. in Cornel West, La razza conta, Feltrinelli, pag. 21)

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