Ugo
logora giacca
di pelle
da motociclista,
e se non c’è
il berretto blu
di lana grossa:
sulla testa un cespuglio
di ricci avanzati
quasi tutti grigi,
e barba a casaccio
sul viso:
fino a dove
si comincia a contare
le rughe:
ciascuna
è una fenditura,
una crepa,
un misterioso crepaccio:
Ugo s’è logorato:
del tutto e per sempre.
per le levatacce
del mestiere,
per le sigarette
dell’abitudine
e del piacere
per i veleni nell’inchiostro
dei giornali
e per quello spiffero gelido
dalla porticina
che non chiude mai bene.
oggi piove sottile
ma fitto e continuo
tra la sua edicola in piazza
e casa mia:
Ugo non può farci su dell’ironia.