TUTTAVIA NON BASTA

Dunque, se un nazismo identico al precedente non ha nessuna possibilità di ripresentarsi, comportamenti come quelli che ne hanno reso possibile l’avvento, non sono invece rari. Levi aveva ragione, la memoria è necessaria; ma oggi noi dobbiamo aggiungere: tuttavia non basta. Perché?    tzvetan-todorov

Perché tutti noi abbiamo la tendenza a sfruttare la memoria a nostro vantaggio. Se ci identifichiamo con le vittime innocenti, questo ci darà a priori il diritto di esigere riparazioni; se ci identifichiamo invece con eroi irreprensibili, questo ci permette di passare sotto silenzio i nostri misfatti. Basta cioè cambiare luogo, etichetta, circostanze, e non vediamo più nessun buon motivo per trarre dal passato lezioni che potrebbero applicarsi anche a noi. I resistenti e i combattenti francesi della Seconda guerra mondiale non ignoravano gli orrori nazisti; eppure questo non ha impedito loro, dopo la Liberazione, quando occupavano posti di comando nell’esercito o nel governo, di reprimere nel sangue le richieste di un po’ d’autonomie fatte dalle popolazioni delle colonie: 15000 morti a Sétif, in Algeria, nel 1945; 40000 morti in Madagascar, nel 1947 – prima di arrivare all’uso sistematico della tortura, ancora in Algeria, a partire dal 1954. I dirigenti israeliani non ignoravano niente, se ne può essere certi, delle persecuzioni subite dagli ebrei durante la guerra; ciò non ha impedito loro, in diversi momenti della storia recente, di perseguitare a loro volta i palestinesi che avevano il torto di essere ancora su quella terra che aveva smesso di essere la loro. Non era un genocidio, fortunatamente; ma se prima di indignarsi bisogna aspettare che le sofferenze umane raggiungano l’apice di Auschwitz, allora si potrà ancora per molto tempo, e con la coscienza tranquilla, fare orecchie da mercante ai lamenti di uomini e di popoli.

(da: Tzevetan Todorov, Prefazione a Primo Levi, I sommersi e i salvati, ed. Einaudi 1986-1991-2003-2007, pag. VIII)

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