SVEGLIA!
ma io so che
ogni benedetto mattino
che il Signore dei Cieli
inaugura in Terra,
quando l’umanità pensante
si sveglia
dal suo sonno pesante
e si lava la faccia,
da mezza-dormiente,
pensando,
si fa pensosa
ruminante, pensierosa
e a mezza voce impastata,
pastosa… per l’appunto pensa,
guardandosi di sbieco
allo specchio, nel coccio,
in fondo alla bottiglia,
sul velo d’umido del bidone
o direttamente
nella vecchia pozzanghera oleosa:
ragiona per più d’un attimo
riguardo al futuro e al passato,
sui suoi destini e la sua storia:
io l’ho sentita spesso –
l’umanità
più ragionevole e documentata, dico –
borbottare così:
“con un briciolo d’accortezza
e di fortuna in più
avremmo potuto andare molto oltre
– in là –
e l’anarchia
sarebbe da un pezzo
una tranquilla consolidata realtà”.
ciononostante, ai più l’anarchia –
strofinandosi gli occhi, con acqua,
se c’è – sembra un’imprendibile utopia
ma mica tanto:
per moltissima umanità
è più che altro un rimpianto.
difatti, dopo il caffè, ho sentito certi,
tra gli umani i più malconci e malinconici,
sospirare con rammarico nel fiato
e in bocca una specie di nostalgia:
“eh…magari, l’anarchia…”.
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