SPORCO COME IL PECCATO

La prima volta che mi sentii chiamare negro avevo sette anni. Fu una ragazzina bianca che aveva lunghi riccioli neri. Spesso, lasciato il giardino di casa, me ne andavo in giro da solo per la città. Stava giocando con la palla e mentre le passavo accanto le sfuggì di mano e finì in strada. Io la raccolsi e gliela tirai. cover STAMATTINA STASERA TROPPO PRESTO“Giochiamo a tirarcela,” dissi. Ma lei trattenne la palla e mi fece una smorfia. “Mia mamma non vuole che giochi coi negri,” mi disse. Non sapevo neppure cosa volesse dire. Ma mi sentii avvampare sotto la pelle e le tirai fuori la lingua. “Non importa. Tieniti pure la palla.” E ripresi per la mia strada. Lei mi gridò dietro: “Negro, negro, negro!”. Le urlai in risposta: “Tua madre era una negra!”.

Chiesi a mia madre cosa volesse dire. “Chi ti ha chiamato così?”. “Ho sentito qualcuno che lo diceva.”. “Chi?”. “Qualcuno.”. “Vai a lavarti la faccia,” disse. “Sei sporco come il peccato. La cena è in tavola.”. Andai in bagno e mi buttai dell’acqua sulla faccia, e poi mi asciugai la faccia e le mani.

(da: James Baldwin, Stamattina stasera troppo presto, Racconti Edizioni, trad. Luigi Ballerini)

 

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