RIASSUNTO
(intendo uno “ieri” convenzionale,
arbitrario:
non proprio inventato
ma: di comodo, immaginario
oppure verissimo:
affari miei
e di scarso interesse
per il pubblico neuropoetico)
… di sera o pomeriggio
– sarò eventualmente
più precisino
in un prossimo bollettino,
se mi garberà –
comodamente a casa
e senza fretta
a una gentile maghetta,
manutentrice
del sistema nervoso
centrale e periferico
mi è toccato
di dover riferire
l’ennesimo riassunto
della mia brillante carriera
di malanni, inciampi, crolli,
disorientamenti e patatrac,
coi relativi
empirici tentativi
di correre ai ripari.
tutta roba
che ho ben presente
ma che, allo stesso tempo,
ricordo vagamente –
(immagino) per una specie
di smemoratezza
di salvaguardia emozionale.
per rispondere decentemente
all’incalzante e puntigliosa intervista
d’anamnesi patologica…
volente o nolente, ho rimestato
nel mio intimo minestrone esperienziale,
col legnoso cucchiaione della logica.
detto diversamente:
mnemonicamente
mi son dovuto spremere
per fornire
un succo cronologico
e intellegibile
di tutto l’accaduto.
e, adesso, non è che
mi sia di nuovo per questo
ammalato a ripensarci
però son stanco, esausto,
afflosciato, esaurito.
anzi, no:
le parole giuste sono:
spremuto (e rimestato).
non so se mi son spiegato.
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