RADIO PRIMA VOLTA
per la prima volta
di sognatore notturno
professionale
ho fatto
un sogno senza immagini
senza luci né ombre
senza forme né colori:
la notte scorsa:
un sogno breve
di soli suoni
ben articolati
in parole e frasi:
dal cuore d’un tizio
sboccate:
ho sentito soltanto
la voce d’un giornalista
d’una delle due radio
che ascolto ogni giorno
collegato in diretta
da un palazzo del potere
centrale
(però alla radio sbagliata,
quell’altra…):
diceva con voce rotta
affranta sconsolata:
“mi sono rotto i coglioni
di raccontare ogni giorno
la stessa cazzata”.
poi – un po’ imbarazzato,
tartagliando e sospirando
nel microfono:
“ehm, scusate, rettifico…
c’ho qui un foglietto,
se lo trovo,
una robetta stampata
uno scarabocchio
un comunicato un post
un email un tweet
un’agenzia appena
diramata:
insieme a chi vi parla,
tutta la redazione
s’è scassata”.
appena il tipo ha interrotto
da Roma
la comunicazione
mi son svegliato
e ogni sua parola –
come un registratore –
ho ripetuto
alla ragazza con la quale
faccio a metà, oltre al resto,
le lenzuola.
stamattina, all’ora di colazione
ho acceso la radio
ma quel tipo non c’era
a parlare:
ce n’era un altro
che, saggiamente, si dilungava
esclusivamente
sull’appena conclusa
eclissi lunare.
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