POST-MODERN POLITICS

c’è quella fregola
amministrativa efficentista,   alf-gaudenzi-scenografia-per-post-modern-politics
c’è quel colpo al cerchio
poi alla botte,
c’è quel mistico realismo
che tutto perdona, ammette,
subisce, giustifica, accetta…
al posto d’ogni strategia,
d’ogni sogno collettivo,
d’ogni progetto.
c’è quella prudenza
da buon parroco sbronzo,
c’è quel gioco delle tre carte
a sostituire la dialettica,
c’è quel ridotto vocabolario
che traduce “società”
solo e soltanto in: “azienda”,
ogni socievolezza dimenticando.
c’è quella frettolosa miopia
che mette fuori fuoco
fino a far sparire dalla vista
ogni orizzonte d’utopia…
che – com’è noto –
servirebbe a camminare
(niente da fare:
ci si deve lasciar trascinare:
lì per lì, sembra più comodo),
c’è quella dittatura ragionieristica
del mercato sregolato & limitato
agli affari tra grandi trust,
corporation e monopoli
che ha ammutolito
ogni critica
dell’economia politica.
ci sono quelle luci abbaglianti
degli studi televisivi
che illuminano tutto al centro
dell’inquadratura
per far sparire i dettagli decisivi,
i particolari vitali e contraddittori,
gettati negli angoli scuri
come fossero spazzatura.
ecco…
ce n’è abbastanza per farmi detestare
quella cosa
che, con faccia tostissima,
i politicanti post-moderni
seguitano a chiamare politica.

..

(l’illustrazione riproduce un dettaglio di “Scenografia” di Alf Barenghi, ritrovato tra i ritagli del Pabuda archivista maniacale)

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