L’ORSO PANKRAZIO

ORSO BRUNO 02solo oggi, per caso
e vino rosso mancante,
m’han raccontato
la vecchia e triste
storia
dell’orso Pankrazio,
per gli amici “Memoria”:
un tizio
che ricorda a menadito
ogni sentiero nascosto
e sicuro,
ogni albero e alveare,
ogni radura scoscesa,
grotta, pozza, ruscello,
pietraia,
ginepraio, fungaia,
ogni cespuglio
o arbusto di more:
dai bricchi della Bosnia interiore
fino ai boschi delle Alpi Centrali.
la storia che non sapevo
è questa: proprio uno strazio:
la fuga da profugo
del Pankrazio
con tutto un codazzo
di fratelli, sorelle, cugine
e cugini –
quelli simpatici ma pure
gli insopportabili –
per sottrarsi al macello
degli uomini
detto “guerra balcanica”:
fu un tremendo
rompimento di coglioni
dover lasciare in fretta e furia
dei monti comodi,
accoglienti e noti
perché quegli umani del menga
(le bestie più stupide
e stronze che si possano
incontrare)
per far la pulizia etnica tra loro –
che, poi, son tutti uguali
tra loro, se li vedi:
orrendi, magrolini e senza peli! –
han messo in mezzo al casino
degli incendi, dei tuoni
e terremoti artificiali,
che sanno fare
con delle macchine adatte,
tutte le altre tribù d’animali
molto più dotati:
nobili bestie con quattro zampe
o, almeno, con due ali.
a parte
l’enorme spaccamento
di maroni
di dover lasciare
in quattro e quattr’otto
tutto quanto e, soprattutto,
le più note, esplorate
e familiari regioni,
al Pankrazio…
dette più fastidio
dei tafani nelle orecchie
aver per mesi e mesi
appiccicato al culo
quel corteo
di vaghi consanguinei,
parenti stretti o laschi,
lontani conoscenti
o perfetti sconosciuti
tutti accodati
al suo bruno deretano
per mancanza d’un proprio
senso dell’orientamento
e per le funzioni mnemoniche
e topografiche
sviluppate davvero al minimo.
ma adesso il Pankrazio
è venuto a sapere
(da dei contatti suoi
nel giro dei circhi e delle fiere)
di guai ancora più complicati
in cui milioni di colleghi animali –
tutta gente per bene,
mica bestie criminali –
si son ritrovati:
intrappolati
tra muri, barriere e fili spinati
messi dagli umani più ricchi
nei boschi e nei prati d’Europa
per tenere alla larga
i loro fratelli più poveracci –
pensa che deficienti! –
in una guerra nuova
che fanno adesso:
la guerra totale ai migranti.
quando ‘sta storia,
a sua volta, la spiega,
all’orso Pankrazio
s’impigliano
lacrime grosse come mirtilli
su entrambe le guance,
tra i peli più ispidi.

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