L’OCCHIO DELLA PIRAMIDE

Duke Ellington è l’occhio della piramide dell’espressione orchestrale afroamericana.  Duke_Ellington_-_Hurricane_Ballroom_-_Duke_directing_2L’evoluzione del singolo cantante di campagna fino a Black and Tan Fantasy è il riflesso dello sviluppo sociale, di una sofisticazione allargata che consente una maggiore libertà personale, e l’artificazione della più ricca (ampia) cultura del mondo, quella panamericana, dal basso verso l’alto. Come espressione di storia personale e nazionale e specifica esperienza umana. Appropriazione nera della sedicente cultura alta delle classi dominanti. La cooptazione delle fanfare napoleoniche, dei clarinetti, dei contrabbassi, dei sassofoni ecc. e il loro utilizzo per fornire l’intero spettro delle nostre vite emozionali. Dal basso verso l’alto. È più profondo di quanto pensiamo. È nuovo, eppure è un continuum.

Mentre gli africani diventavano afroamericani, e il separatismo della schiavitù e la feroce segregazione del neoschiavismo, arrivato con la devastazione della Reconstruction, venivano mitigati con le lotte, la gente nera ha avuto maggiore accesso a un’offerta più completa delle risorse della società.

La musica classica americana è alla sua base musica classica afroamericana. E quella che viene chiamata musica popolare americana, ossia quella di Cole Porter, George Gershwin, Irving Berlin eccetera, quando è toccata dall’integrale coscienza emotiva dell’Idioma Jazz viene elevata anch’essa al livello dei classici.

 (da: Amiri Baraka, Black music – i maestri del jazz,  a cura di Marcello Lorrai, Shake edizioni, pag. 51)

 

 

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