L’IDEALE ANARCHICO SECONDO KROPOTKIN

Nell’ambito di un lavoro di scrittura a lungo termine il Pabuda sta studiando diverse opere di e su Kropotkin, a cominciare dalle sue bellissime e avvincenti Memorie. Qui mette in archivio e condivide i primi appunti.

 

(da Memorie di un rivoluzionario di Piotr Alekseevic Kropotkin)

MEMORIE KropotkinL’autore è riuscito a fuggire da un carcere russo, dove era stato rinchiuso senza processo per aver fatto parte di un circolo nichilista. Dopo essersi rifugiato per un breve periodo a Londra, dove le spie della polizia zarista lo hanno rintracciato, si è trasferito in Svizzera, dove è entrato a far parte della Federazione del Giura, la più importante delle organizzazioni anarchiche dell’epoca. Qui ha conosciuto Bakunin ed ha cominciato a collaborare a un giornale anarchico.

(…)

Vedevamo che nei Paesi civili stava maturando una nuova forma di società, che dovrà prendere il posto della vecchia: una società di eguali che non saranno obbligati a vendere le loro braccia e la loro intelligenza a coloro che decidono di servirsene a caso, ma che saranno in grado di utilizzare le loro conoscenze e le loro capacità per la produzione, in un organismo costruito in modo da saper unire tutti gli sforzi per procurare il massimo di benessere possibile per tutti, pur lasciando piena ed assoluta libertà ad ogni iniziativa individuale.

Questa società sarà composta di una moltitudine di associazioni, federate per tutti gli obiettivi che richiedano una federazione; federazioni di lavoratori per ogni genere di produzione – agricola, industriale, intellettuale, artistica; comuni di consumo che provvederanno alle abitazioni, all’illuminazione, al riscaldamento, alle riserve alimentari, alle attrezzature sanitarie ecc.; federazioni tra le varie comuni e federazioni di comuni e di organismi di produzione; e infine gruppi più vasti, comprendenti tutto il Paese o vari Paesi, composti di uomini che collaborino per soddisfare quelle esigenze economiche, intellettuali, artistiche e morali che non sono limitate ad un solo territorio.

Tutti questi concorreranno direttamente, grazie ad accordi stretti liberamente fra di loro, allo stesso modo in cui ora collaborano le ferrovie o le poste di Paesi diversi, anche se le une sono gestite a fini puramente egoistici e le altre appartengono a Stati diversi e spesso ostili fra loro; o come gli scienziati, le associazioni alpinistiche, le società di salvataggio in Inghilterra, le associazioni fra ciclisti, gli insegnanti e così via, che uniscono i loro sforzi per compiere opere di carattere intellettuale o semplicemente di svago.

La libertà più completa favorirà lo sviluppo di nuove forme di produzione, di organizzazione, e di nuove invenzioni; l’iniziativa individuale sarà incoraggiata e ogni tendenza all’uniformità e alla centralizzazione sarà combattuta.

Questa società, poi, non sarà cristallizzata in forme determinate e fisse, ma si modificherà continuamente, perchè sarà un organismo vivo in evoluzione; non si sentirà la necessità di un governo, perchè gli uomini liberi e la federazione lo possono sostituire in tutte quelle funzioni che i governo considerano oggi loro proprie e perchè, essendo molto ridotti i motivi di contrasto, le lotte che ancora potranno sorgere verranno sottoposte ad arbitrato.

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