LA POLITICA HA UN SENSO?

Alla questione del senso della politica si può dare una risposta così semplice e convincente, da rendere in apparenza del tutto superflue ulteriori risposte. La risposta è: il senso della politica è la libertà.    Hannah bellissima

La sua semplicità e la sua concludenza derivano dal fatto di essere contemporanea, se non della domanda che naturalmente nasce già da un dubbio ed è ispirata da una diffidenza, per lo meno dell’esistenza del politico. Ma oggi proprio questa risposta non è né ovvia né immediatamente evidente, come dimostra già il fatto che la nostra domanda odierna non si interroga più semplicemente sul senso della politica, come in passato ci si interrogava in sostanza muovendo da esperienze di natura non politica, o addirittura antipolitica. La nostra domanda odierna nasce da esperienze politiche molto reali: essa è suscitata dalle sciagure che la politica ha già provocato nel nostro secolo, e da quelle ancora più grandi che rischiano di scaturirne. La nostra domanda è dunque molto più radicale, molto più aggressiva, e anche molto più disperata: la politica ha ancora un senso?

Dalla questione così posta – ed è così che deve porsi per chiunque – traspaiono due fattori: in primo luogo l’esperienza dei regimi totalitari, che pretendevano di politicizzare appunto totalmente l’intera esistenza degli uomini; con il risultato che lì la libertà cessa di esistere.

In secondo luogo la domanda è inevitabile se si considera l’enorme sviluppo dei moderni strumenti di distruzione il cui monopolio è detenuto dagli stati, che senza quel monopolio statale non avrebbero mai raggiunto una tale espansione e il cui impiego è possibile solo nell’ambito della sfera politica. Qui è in gioco non soltanto la libertà ma la vita, la sopravvivenza dell’umanità e forse di ogni forma di vita organica sulla terra. La questione che ne deriva rende discutibile tutta la politica; essa mette in dubbio che nelle circostanze attuali la politica sia compatibile con la conservazione della vita, e spera in cuor suo che gli uomini si ravvedano ed eliminino in qualche modo la politica prima che la politica elimini tutti loro. Si potrebbe obiettare che la speranza che tutti gli stati si estinguano, o che la politica possa per qualche via scomparire, è utopica, ed è presumibile che la maggioranza concorderebbe con tale obiezione. Ma ciò non modifica in alcun modo la speranza, né la questione. Se la politica è foriera di sciagure e se non è possibile abolirla, non rimane appunto che la disperazione, oppure la speranza che il diavolo non sia poi così brutto come lo si dipinge: una speranza un po’ stolta nel nostro secolo, dato che fin dalla prima guerra mondiale abbiamo dovuto constatare come ogni diavolo presentatoci dalla politica superasse di gran lunga in bruttezza la fantasia di qualunque pittore.

Queste due esperienze che oggi danno vita alla questione del senso della politica, sono le esperienze politiche fondamentali della nostra epoca. Se le trascuriamo, è come se non fossimo vissuti affatto nel mondo, che è il nostro mondo.

(da: Hannah Arendt, Che cos’è la politica (frammento 1, Agosto 1950), Edizioni di comunità 1995

 

Leave a Reply