LA MORTE DI MIO PAPÀ

carta parati APPUNTIil primo mio fratello ha scritto

due linee giuste colle parole

asciutte e importanti per ricordare

quel che ha fatto e amato

mio padre di più da vivo.

forse solo le salite e le camminate

non ha messo in chiaro.

la mia sorella grande m’aveva avvisato:

io al bar bevevo il caffè:

il terzo: né lungo né corto,

grazie quant’è?

te l’han già detto? papà: è morto.

gli altri due fratelli, sempre attenti che io

non mi faccia del male,

mi riferiscono due orari un po’ diversi

per il funerale.

la mia sorella piccola, dopo il rito d’addio,

sarà qui da me:

cosa abbastanza eccezionale.

volentieri le si prepara il divano-letto.

in generale,

alla morte di mio padre,

ci preoccupiamo di come starà la mamma:

essendo in sei a farlo

contemporaneamente

forse le sembrerà pure una preoccupazione

un po’ eccedente.

alla fine, quel che di più grosso,

tosto, variegato e divertente

che di lui mio padre lascia in eredità

è questa discendenza:

gli assomiglia:

in certi silenzi o racconti,

in argomentate spiegazioni

o in mugugni,

in curiosità studiosa fino alla mania,

in puntiglio, resistenza,

in agendine zeppe d’appunti,

scarabocchi, progetti e strani segni.

e, soprattutto,

in molto stretta e discreta fratellanza.

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