INGHIOTTIRE IL MONDO?

Una manifestazione dell’avere è l’incorporazione. Incorporare una cosa, ad   erich-fromm-PRIMISSIMO-PIANO-B-Nesempio mangiando o bevendo, costituisce una forma arcaica di possesso della cosa stessa. In una certa fase del suo sviluppo, il bambino mostra la tendenza a mettersi in bocca le cose che desidera; si tratta della forma infantile di presa di possesso, che si manifesta allorché lo sviluppo fisico del bambino non è ancora sufficiente a permettergli altre forme di controllo di quei possessi.

(…) Ci sono però anche incorporazioni simboliche e magiche. Se credo di aver incorporato l’immagine di un dio, di un padre o di un animale, essa non può né essermi portata via né eliminata; inghiotto simbolicamente l’oggetto e credo nella sua presenza simbolica dentro di me. E’ così, per fare un esempio, che Freud spiegava il Super-io: quale introiettata somma totale delle proibizioni e dei comandamenti del padre. Un’autorità, un’istituzione, un’idea, un’immagine possono essere introiettate allo stesso modo: io le ho, per sempre protette e difese, per così dire, nelle mie viscere.

(…) Si danno molte altre forme di incorporazione che non sono collegate a bisogni filosofici e pertanto non sono limitate. L’atteggiamento implicito nel consumismo è quello dell’inghiottimento del mondo intero. Il consumatore è un eterno lattante che strilla per avere il poppatoio: una condizione che assume ovvia evidenza in fenomeni patologici come l’alcolismo e l’assuefazione alle droghe. A quanto sembra, isoliamo entrambe queste due forme di tossicomania perché i loro effetti interferiscono con i doveri sociali della persona che ne è affetta. Il tabagismo non è allo stesso modo effetto di censura perché, pur essendo anch’esso una tossicomania, non ostacola le funzioni sociali del fumatore, ma ha effetti, eventualmente, “soltanto” sulla durata della sua esistenza.

(da: Erich Fromm, Avere o essere, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1977)

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