IL CIVICO 30 DI CORNOLO

il civico trenta

nella piazzetta erbosa                     trenta2

a Cornolo –

senza aver l’aria

di rendersene

perfettamente conto –

di palazzotto italiano

in campagna

è un civile archetipo.

un po’ goffo e impacciato,

resiste

come imbambolato,

inverno dopo inverno.

ma si vede

dalle finestre rotte

ch’è svuotato

e morente dall’interno

(come certe altre

ben più importanti

istituzioni nostrane).

un tempo robusto

e – se può esserlo

una costruzione –

anche un po’ guascone.

ai suoi  tempi, al balcone,

alla ringhiera ritorta,

prima dell’attacco

della carie rugginosa,

si sarebbe potuto affacciare

contento

un signorotto gonfio di niente,

un notaio assonnato

per lucidar la lente,

controllare il sole

e rientrare tranquillo

tirando bene le tende.

ai due estremi

della fantasticheria

fantasmatica

s’intravedono ancora:

un gerarchetto locale del fascio

ben pasciuto in divisa imperiale

o un pensatore libertario

con la giacca da morto,

di camicia soltanto il colletto

per annodarci intorno

il bellissimo fiocco dell’anarchia.

adesso il palazzotto

col numero trenta

sta ritto e sproporzionato

in faccia allo slargo

ch’era piazzetta ed ora è prato.

il palazzotto

numerato trenta

tra i civici di Cornolo

dev’esser stato

su tirato

nel corso dell’anno

mille novecento e quattro

numerato.

appena pronto,

per tremila lire d’oro –

senza

molta discussione –

fu comperato:

per noi e per loro:

vantaggiosa transazione.

..

(La foto al civico 30 è stata scattata da Yoko Dim, naturalmente)

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