IL CAPOLAVORO

privo ormai d’ogni pudore,
butta a mare
il vecchio armamentario,    GUERRA DI LIBIA (Domenica del Corriere) per CAPOLAVORO
del partito il segretario:
per anni tante se n’è inventate:
ne ha fatte di cotte
e di crude: al sangue.
ora non sta
più nella pelle:
da quanto tempo
sognava di dirlo,
fantasticava – sbavando –
finalmente di farlo:
così spalanca
l’impermeabile unto
per mostrare a tutti
quanto ce l’ha duro:
trema, suda,
è stravolto da eccitazione
(comprensibile)
per l’ultima sua erezione
di parole: “sì, sì, sììì:
aiutiamoli a casa loro!”
intanto, forzando
il doppio mento
e superando con lo sguardo
la precoce pinguedine,
si rimira l’uccello
e pensa: “cazzo, che bello…
ce l’ho d’oro!
e questo
nuovissimo slogan
che ha pensato il mio coso
è proprio un gran capolavoro!”.
con la voce sconquassata
da un orgasmo parossistico
non riesce a dire altro:
“sì, sì, sììì:
aiutiamoli a casa loro!”
e giù a ridere, a crepapelle
con dietro il partito
finalmente dotato
d’una linea chiara
oltre che
d’un modernissimo
e virile
inno partitario:
“osteria numero mille…
il Coso del Capo fa scintille!”

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