ESILIO

andremo, andremo.                                MAPPA-Gall–Peters_projection_SW

ma dove andremo

quando partiremo?

l’idea

m’ha appena traversato

il traforo cerebrale

come un treno.

andrei, ma son pigro

e zoppo e miscio e stanco.

non importa:

andrò traballante,

con quattro soldi

e di corsa:

‘sta patria del menga

del patriottismo in tutte le salse

la lascio senza rimpianti

nelle mani sporche

dei nazionalisti tutti

a coorte ben stretti:

cavouriani e benedettini,

neo-fasci, fasci vecchi,

baciapile catto-catto,

liberali

(che son tutti liberali, cazzo!)

il popolo qui e il popolo là,

il mercato di sopra e di sotto,

a destra a sinistra: dappertutto,

la nazione, i connazionali

con l’identità ben chiara

stampata col ferro caldo

sul prosciutto,

gli esegeti

dei bravi presidenti

e i cultori

dei tricolori,

i malati immaginari

d’insicurezza percepita

e i concorrenti

di telequiz tutta la vita,

la fratellanza d’itaglia e

la legalità-legalità-legalità,

i plagiatori maldestri

(con stelle cinque o quattro

sui berretti),

i rancidi padani

tramutati lancia in resta

in ringhianti italiani

e, infine,

i socialdemocratici pentiti

(ma che sempre in testa

vogliono marciare):

s’arrangino:

‘sto posto non l’ho scelto io

per nascere e nidificare.

ce ne andremo:

non so quando e come,

né per andar dove:

ma: “nostra patria

è il mondo intero”:

il mondo è grande,

le valigie son pronte

e partiremo:

quando ci garberà.

forse

mi sono esiliato già,

in realtà:

smembrandomi

delicatamente,

ho dei pezzi miei

sparsi –

un po’ sanguinolenti

ma del tutto

funzionanti –

ospitati in Sudafrica,

in Perù, in Svezia,

in Groenlandia e  in Cina,

in Vietnam, Turchia, Irlanda,

Russia, Brasile,

Israele-Palestina,

in Inghilterra, in Galles e Polonia,

Germania, Olanda, in Mali e a Malta,

negli Stati Uniti,

in Scozia e in Portogallo,

in Spagna e in Francia,

a Praga, a Dublino e a Bilbao,

in Bosnia, in Argentina,

in Nicaragua e in Turchia:

ovunque – basta riesca

a trovare: un letto,

un tetto

e una scrivania –

mi vien da dire:

“caspita, come sto bene

a casa mia!”

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