DUKE ERA UN GRANDISSIMO PIANISTA!

Confesso la colpa di aver messo anch’io nero su bianco, da qualche parte, questa fesseria, che mi pare sia stata di recente attribuita a Billy Strayhorn, cioè che “il vero strumento del Duca è l’orchestra”. Forse, se l’ha detto sul serio, intendeva così sottolineare l’espressività creativa senza pari di Ellington, attraverso la maestria del suo comporre, orchestrare e dirigere. Però non scherziamo, Duke Ellington è stato uno dei massimi pianisti.  Duke con un tipo sul piano
Perché il piano, come tutti gli altri strumenti di quella magnifica orchestra, è organicamente collegato, incastonato, incastrato nell’ordito della fantastica blues-soni-funketeria fonografica nella sua totalità, una completezza espressiva che rischia di farci ignorare la specifica grandezza di ciascuna delle sue parti.
Ma se vi siete persi i magistrali accordi che Ellington disegnava dietro ogni cosa, da Money Jungle, o con Louis, per esempio in Do Nothing o Duke’s Place, C-Jam Blues, Fleur Africaine, Subtle Lament o migliaia di altri, andatevi a sentire le opere soliste, The Pianist, The Shepherd, Solo Piano.
Duke è stato uno dei maestri stride sin dai primissimi giorni, uno dei grandi allievi di Willie “The Lion” Smith, così come James P. e Fats, e il suo pianoforte fornisce la base e i fondamentali corridoi sonori da cui muove il suo orecchio per creare l’immensa profondità delle opere orchestrali e affrontare la scrittura e l’arrangiamento. Inoltre, Ellington, pure senza orchestra (cosa impensabile e pura astrazione, dato che il piano del Duca era, dialetticamente, un cameo dell’orchestra) sarebbe un Gigante anche solo per la grande portata estetica della sua concezione musicale, comunque espressa.

(da: Amiri Baraka, Black music – i maestri del jazz, a cura di Marcello Lorrai, Shake edizioni, pagg. 44-45)

Tags: , , , , ,

Leave a Reply