DI CHI È LA POESIA?

di chi è la poesia?

non dei poeti che,

scrivendola,

evidentemente,

fanno di tutto per

liberarsene:

da ubriachi

te lo dicono pure:

che peso mi son tolto,

non vedevo l’ora.

per le poetesse

dev’essere diverso

il rapporto

con la poesia.

oltretutto, quasi mai

s’ubriacano in tua compagnia.

Non degli editori

che piuttosto di correre

il rischio

di pubblicar poesie

e ritrovarsele

mute e secche e invendute

e sterili d’ogni profitto

preferiscono

lasciare i poeti

(e, per parità, anche le poetesse)

senza i quattrini

per il mutuo o per l’affitto.

Non dei moderni librai

che nei loro scaffali

ingombri di gadget multicolori

le poesie non si ce le mettono

quasi mai.

Non degli esperti e dei professori

che nei loro cassetti e armadi

e sottoscala

conservano un’infinità

di poesie morte ammazzate,

finite, il più delle volte,

strangolate con un robusto

filo di nylon, dopo orrende torture.

Rimangono i lettori

(e le lettrici, per parità, per carità)

che in qualche misteriosa maniera

periodicamente

se ne riforniscono,

qualche volta venendo alle mani

addirittura azzuffandosi tra loro

pur d’assicurarsi qualche striminzito verso.

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