CONSEGUENTI

«Sì» osservò Rubasciov. «Così conseguenti, che nell’interesse di una giusta distribuzione della terra abbiamo deliberatamente lasciato morire di fame cinque milioni di contadini con le loro famiglie in un anno. Così conseguenti siamo stati, nella liberazione degli esseri umani dai ceppi dello sfruttamento industriale, che abbiamo mandato circa dieci milioni di persone ai lavori forzati nelle terre artiche e nelle foreste dell’Est, in condizioni simili a quelle degli antichi schiavi nelle galere. Così conseguenti che, per risolvere una differenza d’opinioni, conosciamo un solo argomento: la morte, sia che si tratti di    COVER DarknessAtNoonsottomarini, di concimi o della linea del Partito che si deve seguire in Indocina. (…) I nostri poeti chiudono le loro polemiche su problemi stilistici con denunce alla polizia segreta, perché gli espressionisti considerano il naturalismo controrivoluzionario e viceversa. (…) Per difendere l’esistenza del Paese abbiamo dovuto prendere misure eccezionali e promulgar leggi provvisorie, che sono in ogni punto contrarie ai fini della Rivoluzione. (…) (…) abbiamo portato a dodici anni il minimo d’età per la pena capitale; le nostre leggi sessuali sono più grette di quelle inglesi, l’adorazione per il nostro capo più bizantina che quella delle dittature reazionarie. (…) Abbiamo creato la più gigantesca macchina poliziesca, con le spie elevate a istituzione nazionale.

(…) Spingiamo a staffilate le masse gementi del Paese verso una futura felicità teorica, che solo noi possiamo vedere. Perché le energie della nostra generazione sono esaurite: furono spese durante la Rivoluzione.

 

(da: Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno, Arnoldo Mondadori editore 1946, pagg. 183-185)

 

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