AVVERTENZA SUI NOMI (Luigi P.)

Ricordo abbastanza nitidamente che ai tempi del coccolone, in ospedale, passato il primo spavento e recuperata un po’ di lucidità. m’annoiavo a morte. C’era pure un caldo terribile: al Policlinico non sapevano manco cosa fosse l’aria condizionata. Insistetti per aver della roba interessante da leggere. Non so bene perché ma volevo assolutamente i libri di Luigi Pintor usciti in quel periodo: Servabo, Il Nespolo e La Signora Kirchgessner. Ero fissato. L’amico Alberto (lo stesso che “facendo la notte” per assistermi, una volta s’addormentò, cadde dal suo letto e rotolò sotto il mio) me li procurò.  Li lessi tutti e tre con avidità: son piccoli volumetti. Prose autobiografiche: sufficientemente amare per assorbire tutta la mia attenzione, così ben scritte da farmi innamorare. Poi fui dimesso, passai per un paio d’altri ospedali, tornai a casa. Da quella casa a oggi ci sono in mezzo due o tre traslochi… non so bene. I libri, facendo ‘sti giri, scompaiono. O si nascondono. Dei tre volumetti di Pintor ne ho ritrovato uno, per ora. Quello col titolo più difficile e misterioso: La Signora Kirchgessner. Gli altri li cercherò più avanti e li troverò. Diversamente, me li ricomprerò. Ne vale certamente la pena. Intanto, mi leggo il libro ritrovato e prendo qualche appunto. Come questo.    luigi-pintor-con-sigaretta

“il reverendo Sterne, gentiluomo di campagna, sostiene con solidi argomenti, che i nomi si suddividono in buoni o cattivi o neutri e influenzano i nostri comportamenti assai più di quanto si creda. Alcuni inducono a nobili imprese, altri alla cattiveria o alla mediocrità. I neonati non hanno voce in capitolo e il nome imposto li accompagna dalla culla alla tomba senza remissione. Neppure i parlamentari possono revocarlo. È una teoria avvincente. Mi tranquillizza pensare che le cose avrebbero preso un’altra piega se fossi stato un Piero o un Pierludovico e che altri miei congiunti avrebbero avuto storie diverse se non avessero ereditato lo strano nome di un loro bisavolo.”

(La Signora Kirchgessner, Bollati e Boringhieri, pag. 11)

 

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