A PROPOSITO DI MATRIMONIO…

(…) il compito di un matrimonio consiste nel tollerare persino che l’altro si senta libero di essere proprio quello che in effetti è. In fin dei conti, ciò che si chiede all’altra persona è sempre e solo di essere accettati per se stessi e di ricevere la conferma di essere amati «comunque». Ciascuno di noi possiede un tale «comunque», e proprio per questo motivo siamo infelici.              FOTO RITOCCATA DI MILENA

Non riuscirò mai ad accettare l’idea che donne e uomini convivano per un puro bisogno sessuale, erotico, finanziario o sociale. Si vive insieme per avere un compagno, per avere qualcuno, nella solitudine di questo mondo, che confermi il nostro diritto a esistere pur con tutti i nostri vizi e difetti – che cos’è infatti l’amicizia se non il sostegno per una malferma coscienza di sé? Si vive insieme per stare con qualcuno che ci permetta di essere risparmiati da ogni punizione, vendetta, cattiva opinione.

(…) La promessa più solenne che un uomo e una donna possono scambiarsi è la frase che si dice scherzando ai bambini: «non ti do via». Non è forse molto di più che «Ti amerò per tutta la vita» o «Ti sarò eternamente fedele»? Non ti do via. In questa frase è racchiuso tutto: dignità, sincerità, intimità, fedeltà, senso di reciproca appartenenza, determinazione, amicizia. Quanto è immensa, una simile promessa, rispetto alla microscopica felicità!

(da: Milena Jesenska, Il diavolo al focolare, articolo citato in Jana Cerna, Vita di Milena, Garzanti 1986, pag. 52)

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